APRIRE UN CENTRO ESTETICO: COME FARE?

Nonostante le limitazioni e i periodi di chiusura che hanno interessato il settore dei “servizi alla persona” durante tutto il periodo di pandemia da Covid-19, il crescente interesse di tutti, donne e uomini indistintamente, nei confronti di cura, salute e benessere del proprio corpo, rende sempre più attrattivo, soprattutto per le nuove generazioni, il sogno dell’apertura di un Centro Estetico.

Nella prassi professionale non è infatti raro ricevere in Studio giovani lavoratrici (la presenza di donne in questo settore è nettamente dominante) già attive all’interno del settore in qualità di dipendenti, ma attirate dall’idea di diventare autonome e indipendenti, di poter organizzare tempi e orari di lavoro, di ritagliarsi momenti di libertà e, perché no, di incrementare i propri redditi, grazie ai profitti dell’attività.

Purtroppo, però, nell’approfondire le varie questioni tecniche, burocratiche, economiche e finanziarie, lo scenario reale diventa certamente meno idilliaco rispetto a quello prospettato dagli aspiranti imprenditori e, per molti di questi, l’apertura del proprio Centro Estetico rimarrà solamente un sogno o quantomeno un progetto da rinviare in un futuro prossimo.

È bene sottolineare come non ci si possa “inventare imprenditori” dall’oggi al domani; anche attività che apparentemente potrebbero sembrare di facile gestione, rappresentano in realtà il risultato di un percorso caratterizzato da una serie di fattori, tra cui competenza professionale, duro lavoro, sacrifici e investimenti economico-finanziari, nonché spesso, anni e anni di maturata esperienza.

Evitando, in questa sede, di approfondire eccessivamente i tecnicismi legati alle differenze tra le possibili strade per aprire un proprio centro estetico (fondamentalmente acquisto di azienda già avviata, piuttosto che apertura di un salone ex novo), di seguito ci si vuole limitare a porre l’attenzione su una serie di aspetti assolutamente fondamentali da affrontare prima di intraprendere la delicata strada verso l’imprenditorialità nel settore dei centri estetici.

L’attività di centro estetico non viene comunemente definita “libera”: per ottenere la qualifica di estetista, ed essere dunque idonei ad intraprendere l’attività imprenditoriale, occorre oggi aver portato a termine un percorso di studi e possedere un diploma professionale di estetista (non è infatti sufficiente una qualifica biennale di estetista, ma occorre un terzo anno di specializzazione conseguito presso un istituto riconosciuto a livello nazionale o regionale). In assenza di questo primo requisito, l’unico modo per poter aprire l’attività è quello di coinvolgere (con relativi oneri) un soggetto terzo in possesso del requisito professionale che, in qualità di lavoratore dipendente o di socio, ricoprirà la veste di “direttore tecnico”.

Accanto ai cosiddetti requisiti soggettivi, riveste un’importanza fondamentale approfondire i requisiti tecnici del locale da adibire a centro estetico: oltre ad una idonea posizione geografica, rispetto al bacino di potenziale clientela, nonché rispetto alla concorrenza, il locale dovrà essere idoneo al rispetto di tutte le prescrizioni imposte dalla normativa nazionale, ma soprattutto da quelle comunali e dalla ASST di competenza, deputata a rilasciare il proprio nulla osta sul rispetto delle norme igieniche e sanitarie (dimensioni minime dei locali, utilizzo di particolari attrezzature e materiali, dotazioni minime in caso di impiego di dipendenti, etc.).

Senza alcuna pretesa di esaurire un argomento assai complesso e in continua evoluzione, di seguito una breve elencazione di alcuni step “obbligati” da affrontare, con l’assistenza di professionisti competenti, prima di poter effettivamente aprire il salone al pubblico: 

  • Individuazione della forma giuridica per l’esercizio dell’attività (impresa individuale, società di persone, società di capitali) e valutazione dei possibili regimi fiscali;
  • Apertura della Partita Iva;
  • Iscrizione alla Camera di Commercio competente;
  • Nomina del Direttore Tecnico del Centro (titolare stesso, familiare, dipendente o altro collaboratore presente in azienda);
  • Presentazione SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presso il SUAP (Sportello per le Attività Produttive) del Comune competente;
  • Richiesta nulla osta igienico-sanitario presso l’ASST del Comune di competenza;
  • Apertura posizioni INPS ed INAIL di titolari e dipendenti;
  • Dotazioni obbligatorie per il rispetto delle attuali normative fiscali (registratore di cassa per invio telematico corrispettivi, sistema pagamenti tramite POS, etc.).

Un aspetto spesso sottovalutato dagli aspiranti imprenditori è infine una valutazione preventiva degli aspetti economico-finanziari legati all’apertura iniziale e alla successiva gestione del centro estetico. Tanto nel caso di richiesta di un finanziamento ad un istituto bancario, quanto nel caso di disponibilità delle risorse finanziarie per intraprendere l’attività, non è oggi ipotizzabile di intraprendere la strada dell’imprenditorialità senza aver preventivamente analizzato nel dettaglio ogni aspetto che andrà ad incidere sulla redditività aziendale.

La predisposizione di un Business Plan, con un orizzonte di analisi di almeno 3 o 5 anni, è un momento fondamentale per evitare di ritrovarsi, magari già dopo pochi mesi dall’inizio dell’attività, a dover fronteggiare problemi di illiquidità e a rendersi conto (quando ormai è troppo tardi) che lo scenario reale è assai diverso da quello idealmente ipotizzato.

Senza voler approfondire tutte quelle che sono le componenti di un business plan, più o meno formalizzato (analisi del mercato di riferimento, analisi della potenziale clientela, analisi dei concorrenti, etc), in questa sede si vuole portare l’attenzione sull’analisi della redditività aziendale e dunque sulla struttura dei costi, nonché sull’analisi dei flussi di cassa (entrate e uscite), aspetti che, in questo periodo più che mai, dovranno essere costantemente controllati e monitorati.

Di seguito una breve elencazione volta a fornire alcuni spunti di riflessione da approfondire in sede di ideazione del nuovo business:

  • Caratteristiche del locale, metratura, costo locazione e spese condominiali, previsione oneri per tassa rifiuti e utenze;
  • Eventuali spese per adattamento del locale alle normative o investimenti per nuova attrezzatura e arredamento;
  • Individuazione della “forza lavoro” necessaria con valutazione costo per retribuzioni, contributi TFR, etc;
  • Scelte relative ai fornitori per prodotti e materiali, analisi della contrattualistica, possibili sconti o promozioni legate ai volumi di acquisto, etc.;
  • Spese per costi di pubblicità e marketing (soprattutto nella fase iniziale);
  • Costi per adempimenti contabili, fiscali, amministrativi e del lavoro;
  • Eventuali rate mensili per rimborso finanziamento, leasing o altre dilazioni verso fornitori (e relativi interessi e oneri finanziari);
  • Analisi dell’impatto della “pressione fiscale” con valutazione del peso di imposte dirette e contributi Inps, nonché del corretto funzionamento degli adempimenti ai fini IVA.

Fortunatamente sono tuttora molte le aperture di Centri Estetici effettuate da neo imprenditori con tutte le carte in regola per una strada di successo e realizzazione in questo settore di vitale importanza per il nostro paese; il consiglio è però sempre quello di non sottovalutare e banalizzare il ruolo dell’imprenditore e mettere sempre sulla bilancia delle proprie valutazioni, anche quelle che sono le tutele, le garanzie e i diritti riconosciuti al mondo dei lavoratori dipendenti e invece del tutto assenti nella quotidianità dell’imprenditore.

Matteo Legnani, Dottore Commercialista e Revisore Legale, con qualifica di Consulente Finanziario Professionista, da anni attivo nella consulenza imprenditoriale con focus sulla valutazione delle aziende e la predisposizione di Business Plan.