L’ELISIR DI LUNGA VITA? ALIMENTAZIONE SANA E ATTIVITÀ FISICA

In questi momenti falcidiati dal Covid-19 è stato evidenziato dalla comunità scientifica internazionale come un’immunodepressione favorisca l’attecchimento del virus. L’obesità è indicata come fattore predisponente la deficienza immunologica, a sua volta provocata dal costante stato flogistico costituito dall’abbondanza di pannicolo adiposo.

Ormai conosciutissimo è il concetto di sindrome metabolica. Per sindrome metabolica si intende una serie di alterazioni e di fattori di rischio cardiovascolare presenti contemporaneamente in soggetti con insulino resistenza. Per diagnosticare la sindrome metabolica è sufficiente la presenza di almeno 3 dei seguenti parametri: 

  • obesità addominale ovvero circonferenza di vita maggiore di 102 cm dell’uomo e maggiore di 88 cm nella donna;
  • ipertrigliceridemia + di 150 mg/dl 
  • bassi livelli di HDL (colesterolo buono) – di 40 mg/dl nell’uomo e – di 50 mg/dl nella donna
  • ipertensione arteriosa superiore a 140 su 85 mm di mercurio 
  • iperglicemia a digiuno maggiore di 110 mg/dl 

La diffusione della sindrome metabolica nel mondo occidentale è molto elevata, quasi certamente legata alla sedentarietà, alla malattia ipocinetica (cioè da mancanza di movimento), all’iperalimentazione ed alle condizioni di stress ambientale ed endogeno.

Si calcola che il problema interessi nei paesi industrializzati circa il 28% della popolazione adulta. Sottolineo che l’inattività fisica incide sul bilancio della sanità degli USA di circa il 2,4%, cioè 24 miliardi di dollari. Importante a questo proposito fare riferimento al BMI (Indice di Massa Corporea o Body Max Index), ottenuto dividendo la massa peso in kg per il quadrato dell’altezza. 

I parametri sono i seguenti:

  • Sottopeso BMI inferiore a 18,05 
  • Normopeso BMI compreso fra 18,5 e 24,9 
  • Sovrappeso BMI tra 25 e 29,9 
  • Obeso BMI maggiore di 30 
  • Obesità di primo grado BMI tra 30 e 34,9
  • Obesità di secondo grado BMI tra 35 e 39,9
  • Obesità di terzo grado BMI maggiore di 40. 

A questo punto il lettore si chiederà: qual è la dieta ideale?  

Una premessa è d’uopo. Sempre sconsigliato è il “fai da te”.  È infatti controproducente che un individuo intraprenda una dieta (che in greco significa “corretto stile di vita”) prima di essere sottoposto ad una visita specialistica di natura clinico internistica, ad esami ematochimici e ad una plicometria. Non ci si può improvvisare! Sono solito affermare che una dieta è come un abito su misura: chi porta la taglia 42 non può indossare la 52 e viceversa. 

Ma su cosa si basa la dieta? 

Preliminarmente, va considerato che la macchina umana, come ogni motore, per funzionare ha bisogno di energia: l’automobile utilizza il carburante, il frigorifero l’elettricità e le persone gli alimenti ingeriti. La macchina umana, tuttavia, viene considerata per definizione a combustione lenta, vale a dire atta a trasformare l’energia chimica, fornita dagli alimenti, in energia meccanica. Al contrario di automobili e frigoriferi, v’è da aggiungere che la macchina umana consuma energia anche nelle fasi di riposo, quali relax o sonno profondo. Occorre qui introdurre, per una migliore comprensione, il concetto di caloria.

La caloria è per definizione la quantità di calore prodotto per elevare da 14,5° a 15,5° un grammo di acqua distillata a pressione standard. Le calorie sono fornite dagli alimenti, anzi meglio dalle sostanze in essi contenute: proteine, grassi, carboidrati. Un grammo di proteine fornisce all’organismo umano 4 calorie, un grammo di grassi 9, un grammo di carboidrati 4. In tal senso, solo una dieta equilibrata e sana garantisce il corretto apporto quotidiano di calorie

A mio parere, l’unica dieta corretta è la c.d. “dieta mediterranea”, proclamata patrimonio dell’umanità. L’equilibrio alimentare della macchina umana, secondo questa dieta, dovrebbe essere in percentuale così costituito: 15-20% di proteine, 30-35% di grassi, 45-50% di carboidrati. La macchina umana, tuttavia, per ogni 4 calorie fornite ne converte 3 in energia chimica e solo 1 in energia meccanica. Tutto il resto, ovviamente, viene disperso in calore attraverso la conduzione, la convezione, l’irraggiamento e la respirazione. 

Leonardo da Vinci osservava che “il moto è causa d’ogni vita”. Secoli dopo, il grande fisiologo Sherrington ebbe a dire: “In fin dei conti l’unica cosa che l’uomo sa fare e muovere le cose ed il muscolo scheletrico è l’organo deputato per manifestare sé stesso”. Ci sentiamo di condividere in pieno queste asserzioni, e in particolare il fatto che il medico, e tanto più lo specialista in medicina dello sport, abbiano tra i loro compiti specifici anche quello di indirizzare ad un corretto stile di vita. 

Un aforisma americano recita “Fitness versus Fatness”, cioè l’attività fisica contro l’obesità.  Ikaria è un’isola della Grecia famosa per la longevità dei suoi abitanti, al punto di essere contraddistinta come il luogo “where the people forget to die”. La stessa cosa succede in Sardegna nella zona dell’Ogliastra, e così pure a Loma Linda, piccola città della California, a Nicoya in Costa Rica ed infine ad Okinawa in Giappone.

Tutti gli abitanti di queste zone, perlopiù caratterizzate da un territorio molto ondulato, hanno adottato uno stile di vita sano, alimentazione varia e moderata ed attività fisica costante. 

Seppur coscienti che non esiste un vero e proprio “elisir di lunga vita” possiamo dunque concludere, in ossequio anche ai dettami della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana) di cui mi onoro di far parte, che una dieta varia e moderata ed un’attività fisica costante (i famosi 10.000 passi al giorno) possono costituire la miglior assicurazione per una vita longeva e priva di gravi malattie. 

Mario Ireneo Sturla
Medico chirurgo, Medico dello Sport, specialista in Medicina Interna, Medicina del Lavoro e Medicina dello Sport. Docente c/o la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e Docente per il Corso di laurea specialistica in Scienze e tecniche dello sport e gestione attività motorie e sportive dell’Università di Pavia. Docente di Medicina dello Sport nei corsi organizzati dal Coni e dalla FMSI.